A Otranto una pagina di storia romana
- OtrantoWelcome
- 21 mag
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Con l'arrivo della primavera Otranto si ridesta dal letargo invernale, le attività commerciali rinnovano i loro locali e contemporaneamente ricompaiono i visitatori. La Via de Mienzu, ossia Corso Garibaldi, si ripopola di turisti, alcuni attenti, altri distratti dalle mercanzie esposte lungo le pareti. Frotte di gitanti percorrono poi come fiume in piena questo nostro Corso e spesso sfugge un antico portale realizzato a bugnato i cui piedritti, niente po' po' di meno che, sono delle testimonianze di epoca romana con tanto di date. Le iscrizioni, un po' evanescenti, raccontano di due imperatori, Marco Aurelio Antonino (161-180 d.C.) e Lucio Aurelio Vero (161-169 d.C.), celebrati per volere dei Decurioni, con spesa pubblica. Certamente le basi marmoree commemorano il passaggio dei due imperatori che si imbarcarono dal porto di Otranto con il loro esercito per portare guerra in Oriente. Alcuni studiosi affermano che fossero basi che ne reggevano le statue, ma le moltissime immagini che riguardano Otranto dal 500 a 800 inoltrato le raffigurano presso l'ingresso di Otranto come basi sormontate da due colonne, a segnare la fine della via Traiano- Calabra, voluta dall'Imperatore Traiano e terminata nel 110 d.C. Ma come mai poi sono state inglobate in Palazzo Arcella? Sappiamo che Otranto subì molte modifiche nel suo assetto murario. Sappiamo anche che l'antica e nobile famiglia Arcella, dapprima stabilitasi in Otranto, preferì trasferirsi a Tiggiano nel 1309 dove fondò il suo feudo, conservando però il suo palazzo e addirittura, nel 1800, dando alla città un suo discendente come Sindaco. Nulla toglie che le due basi siano state tolte dal luogo originario e posate come piedritti del palazzo nobiliare. Salvandole probabilmente da una fine miserevole. Per loro e nostra fortuna. Il palazzo è tutt'ora abitato e sarebbe molto bello che una targa raccontasse a noi otrantini e ai turisti alcuni cenni di questa importante pagina di storia.

Piedritto di destra in marmo (Traduzione) All'Imperatore Cesare Lucio Aurelio Vero, insignito dell'autorità tribunizia per la seconda volta, figlio del divino Antonino, nipote del divino Adriano, pronipote del divino Trajano Partico, figlio del pronipote del divino Nerva, con spesa pubblica per decreto dei Decurioni.

Piedritto di sinistra in marmo(traduzione a cura del prof. Antonio Corchia)
"All'Imperatore Cesare Marco Aurelio Antonino Augusto, insignito dell'autorità tribunizia per la sedicesima volta, console per la terza volta, figlio del divino Antonino, nipote del divino Adriano, pronipote del divinoTrajano Partico, figlio del pronipote del divino Nerva, con spesa pubblica per decreto dei Decurioni"
Testi e foto di Rita Paiano